Candy Candy.

All’inizio di questa torrida estate (che sembra interminabile), un mattino in cui mi sentivo particolarmente pigra e annoiata, ho iniziato a cliccare sul tasto + del telecomando fino ad arrivare a quei canali che nemmeno pensavo esistessero. Meraviglia delle meraviglie! Mi imbatto nella prima puntata del famoso cartone animato Candy Candy. Credo che tutti sappiano quanto la storia di questo personaggio abbia colpito le menti dei bambini che hanno seguito le sue avventure nei primi anni Ottanta.

Ma un conto, pensavo, è ricordare Candy come gli occhi di una bambina l’hanno vista e interpretata in base all’età e alle esperienze del tempo, un conto è rivedere tutta la serie con gli occhi di una donna.

Tornando a Candy: la storia è quella di un’orfana che viene allevata nella Casa di Pony e che a pochi anni di vita viene adottata da una famiglia che purtroppo la maltratta. Da lì viene adottata da un’altra famiglia imparentata alla prima ma di rango sociale superiore. Ciò segna l’inizio di tante avventure e disavventure che porteranno la bambina, poi ragazza, a viaggiare tra l’America e l’Europa, a scegliere la professione da infermiera e a vivere un primo ed un secondo amore. Nel mentre nascono nuove amicizie, si consolidano le vecchie, appaiono varie comparse .

Che cosa mi ha colpito?

1- le amicizie. Candy non è mai sola. Nel momento del bisogno c’è ed è pronta ad aiutare gli amici e gli amici sono presenti nei suoi momenti difficili. Il concetto di amicizia viene rappresentato come un rapporto di lealtà, affetto, solidarietà; non c’è traccia di possessività o egoismo. Nei momenti più difficili, Candy sente il bisogno dei suoi amici ed essi arrivano, perchè pur se lontani percepiscono la sua sofferenza.

2- la positività. Candy è una ragazza molto umana, non è un’eroina invincibile, ma soffre, sbaglia, ama, viene ripresa nello studio e nel lavoro perché distratta, poco precisa, ma ciò la spingerà a migliorarsi e ad impegnarsi. Nelle difficoltà ha momenti di caduta e sconforto, piange, ma si rialza, riprende la valigetta bianca e rossa e riparte con coraggio. Candy ha fiducia in sé e nel futuro e questa spinta la aiuterà nel superare gli ostacoli.

3- la famiglia. Candy è una trovatella cresciuta in orfanotrofio da Miss Pony e Suor Maria, attorniata da tanti bambini orfani come lei. Nei momenti più tragici, il primo pensiero corre sempre verso le due persone che l’hanno cresciuta e che per lei sono la sua famiglia. Tanto che alla fine Candy deciderà di far ritorno alla Casa di Pony, da cui tutto ha avuto inizio. Veramente nobile e bello il concetto di famiglia come centro di affetto e amore indipendentemente dai legami di sangue.

4- il lavoro. Candy diventa infermiera, con difficoltà, perché lo studio non le piace. Ma nel momento in cui capisce che senza un titolo non sarà mai una brava infermiera, si rimbocca le maniche e inizia ad impegnarsi. Il lavoro è una missione, più volte nel pericolo, non scappa perché una voce le ricorda che suo compito è salvare le vite delle persone. E così la “signorina sbadatella” Candy diventa simbolo della serietà nel lavoro.

5- l’amore. Candy vive con intensità l’amore, acerbo ma profondo verso Anthony e totale e complesso verso Terence. Sfortunati entrambi, ma entrambi potenti. Potente il primo come solo il primo amore può esserlo, quanto maturo il secondo in cui il sentimento e gli slanci del cuore devono scendere a compromessi con la ragione e la realtà. In tutte le avversità, i lunghi tempi di lontananza e silenzio, Candy vive l’amore per Terence come se lui le fosse lì accanto. Nutre, coccola, cura questo amore con uno slancio incredibile, e allo stesso momento è pronta a staccarsene accettando ciò che la società impone.

Candy è un personaggio complesso, analizzabile sotto vari punti di vista a parer mio. Mi è parso incredibile come un cartone animato, se osservato da adulta, possa serbare così tanti spunti di riflessione.

Vorrei solo ricordare che la storia di Candy non è più stata trasmessa nelle reti nazionali per un litigio tra la disegnatrice e la scrittrice del cartone che si sono scontrate per anni a livello giudiziario. Mi auguro che prima o poi si superi questo impasse.

Sono ingenua? Ma io penso che i nostri bambini abbiano bisogni di insegnamenti genuini, onesti, di modelli che ispirino all’altruismo, alla serietà, alla generosità, alla fratellanza. E se questi insegnamenti possono essere dati anche da un cartone animato, perché no?

P.S. Le immagini sono state scattate da me durante la visione del cartone animato. Se ledono dei diritti, le toglierò.

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